Sono quattro le regioni che si collocano nell’area definita ad “alto livello di potenziale infiltrazione terroristica” dai ricercatori di Demoskopika: Lombardia che con il massimo punteggio, pari a 10, si conferma, per il terzo anno consecutivo, in cima all’Italian Terrorism Infiltration Index 2018 distanziata di poco dal Lazio con 9,25 punti. Seguono nell’area “rossa” Piemonte (4,19 punti) che fa un balzo in avanti rispetto allo scorso anno e, infine, Emilia Romagna (4,10 punti) che, al contrario, cedendo il posto al Piemonte retrocede di una posizione. Quattro gli indicatori ritenuti “sensibili” da Demoskopika per tracciare la mappa delle regioni più a rischio potenziale di infiltrazione terroristica: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano estrapolati dal Global Terrorism Database dell’università del Maryland, gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall’Institute for Economics and Peace (lep) nello studio “Global Terrorism Index 2017” e il numero dei visitatori nei musei italiani. Per consentire una lettura più agevole, le regioni, in base al punteggio ottenuto, sono state raggruppate in quattro cluster con un livello differente di rischio: alto, medio, basso e molto basso.
Nell’area intermedia di potenziale infiltrazione terroristica si collocano altre cinque realtà regionali: Campania (3,53 punti), Toscana (3,15 punti), Veneto (2,33 punti), Trentino Alto Adige (1,79 punti) e Liguria (1,63 punti).
Le rimanenti realtà regionali, seppur con perfomance differenti, si sono posizionate nelle due aree che presentano un livello medio-basso di rischio potenziale di infiltrazione terroristica: Marche (1,32 punti), Sicilia (1,26 punti), Calabria (1,15 punti), Sardegna (0,90 punti), Friuli Venezia Giulia (0,83 punti). In coda, tra le meno a rischio si posizionano Puglia (0,73 punti), Umbria (0,54 punti), Abruzzo (0,27 punti), Molise (0,04 punti) e, infine, Basilicata (0,03 punti).