Dal 2005 al 2016, il numero dei bersagli, come vengono chiamate in gergo le utenze controllate, autorizzato dalle procure italiane per indagini relative a reati di terrorismo internazionale e interno è stato complessivamente pari a 10.885. Si intensifica in modo rilevante l’attività di “ascolto” che, nell’ultimo anno, fa registrare il picco nell’arco temporale analizzato: 1.774 bersagli a fronte dei 1.120 bersagli del 2015 e dei 627 bersagli del 2014 con un incremento rispettivamente pari al 58,4% e al 182,9%.

È quanto emerge dal report “Italian Terrorism Infiltration Index 2018” ideato dall’Istituto Demoskopika che, oltre ad analizzare i dati più recenti del mercato delle esportazioni dei materiali d’armento, ha tracciato una mappa delle regioni più a rischio potenziale di infiltrazione terroristica sulla base di quattro indicatori ritenuti “sensibili”: le intercettazioni autorizzate, gli attentati avvenuti in territorio italiano, i visitatori nei musei italiani e gli stranieri residenti in Italia provenienti dai primi cinque paesi considerati la top five del terrore dall’Institute for Economics and Peace (lep) nello studio “Global Terrorism Index 2017”.

A livello territoriale, le sezioni terrorismo delle procure operanti nei distretti giudiziari di Lombardia, Lazio e Campania sono risultate le più attive autorizzando complessivamente il 60% del totale delle intercettazioni italiane: 4.044 bersagli in Lombardia (37,2%), 1.351 utenze nel Lazio (12,4%) e 1.112 bersagli in Campania (10,2%).

A seguire la Liguria con 606 intercettazioni (5,6%), la Sardegna con 544 bersagli (5,0%), il Piemonte con 516 bersagli (4,7%), il Veneto con 467 bersagli (4,3%), il Trentino Alto Adige con 440 bersagli (4,0%), la Puglia con 331 bersagli (3,0%), il Friuli Venezia Giulia con 302 bersagli (2,8%), l’Emilia Romagna con 298 bersagli (2,7%), l’Umbria con 225 bersagli (2,1%) e l’Abruzzo con 224 bersagli (2,1%). In coda, sempre per numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, telematiche ed informatiche si collocano i distretti giudiziari attivi in Toscana con 157 utenze (1,4%), in Sicilia con 134 utenze (1,2%), in Calabria con 76 utenze (0,7%), nelle Marche con 36 utenze (0,3%) e in Molise con 22 utenze (0,2%).