«Con la presente trasmetto il Report sui diritti umani del Dipartimento di Stato al Congresso degli Stati Uniti». Con questa parole termina la prefazione del Segretario di Stato, Rex Wayne Tillerson, al Country Reports on Human Rights per il 2016.
Giunto alla sua 41ima edizione, il Rapporto è inviato annualmente a deputati e senatori americani per fornire loro una quadro accurato delle condizioni dei diritti umani in quasi 200 paesi in tutto il mondo, tra cui gli Stati membri della Nazioni Unite e tutti gli altri paesi che ricevono aiuti dagli Stati Uniti.
«I rapporti sui diritti umani – si apprende ancora dalla prefazione del Segretario di Stato, Rex W. Tillerson – riflette gli sforzi comuni delle nostre ambasciate e consolati per raccogliere le informazioni più accurate possibili». Dati e informazioni ottenute da varie fonti presenti in tutto il mondo che il Dipartimento di Stato si sforza di presentare in maniera «oggettiva» e salvaguardando «la qualità».
E tra le fonti utilizzate nella sezione del Report dedicata alla discriminazione, agli abusi sociali e alla tratta di persone, il Dipartimento di Stato ha ripreso alcuni dati della Nota scientifica di Demoskopika sull’andamento delle violenze sessuali in Italia. In particolare, «secondo uno studio condotto dal centro di ricerca indipendente Demoskopika, pubblicato nel mese di marzo – si legge nel Reports on Human Rights del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti – si sono verificati quasi 23 mila casi di violenza sessuale contro le donne tra il 2010 e il 2014, di cui 6 mila contro i minori. La polizia ha arrestato circa 22 mila persone accusate di questi crimini».
«I rapporti sui diritti umani – continua Rex W. Tillerson – sono utilizzati dagli organi di potere legislativo, esecutivo e giudiziario come risorsa di supporto decisionale alla definizione di politiche e di interventi nella determinazione dell’assegnazione degli aiuti stranieri e di assistenza nel settore della sicurezza. La produzione di questi rapporti – conclude il Segretario di Stato, Rex W. Tillerson – sottolinea il nostro impegno per la libertà, la democrazia e i diritti umani garantiti a tutti gli individui di tutto il mondo».
In media – si legge nella nota scientifica di Demoskopika – si sono verificati circa 15 casi al giorno, con vittime principalmente le donne di nazionalità italiana. Scoperti gli autori di soli 17 mila reati. In altri termini, per oltre 6 mila episodi, il violentatore rimane sconosciuto alle forze dell’ordine. Le vittime sono principalmente le donne di nazionalità italiana nel 70% dei casi. Linea dura di 1 italiano su due, inoltre, per gli autori delle violenze sessuali. Solo il 3,6% dei cittadini parteggia, infatti, per la “riabilitazione di chi ha commesso violenza. E se Trentino, Emilia Romagna e Toscana svettano per i casi di violenze sessuali ogni 100 mila donne residenti, guadagnandosi il drammatico primato delle realtà regionali “più violentate” d’Italia, Lombardia e Lazio si confermano i territori dove avvengono, in valore assoluto, il maggior numero di reati, rispettivamente 2.935 e 1.640 casi.